“Vino, dono degli dèi”
A Torgiano, il vino diventa racconto di civiltà
Il vino è da sempre molto più di una bevanda: è memoria, cultura, rito, territorio. A ricordarcelo oggi è la mostra “Vino, dono degli dèi”, inaugurata al Museo del Vino di Torgiano (MUVIT), dove per la prima volta sono esposti circa sessanta reperti archeologici provenienti dalla Tomba 58 della Necropoli dell’Osteria di Vulci, nel cuore dell’antica Etruria.
Un ponte ideale tra Lazio e Umbria, tra le terre dove il vino affonda le sue radici più antiche, la mostra accompagna i visitatori in un viaggio nel tempo, alla scoperta del rapporto millenario tra l’uomo e la vite, tra mito e quotidianità, tra divinità e fatica contadina.
Un tesoro riemerso dal passato
La scoperta della Tomba 58, avvenuta nel 2023 durante gli scavi della Fondazione Vulci in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la provincia di Viterbo e l’Etruria Meridionale, ha restituito un corredo funebre inviolato da oltre 2.600 anni.
Tra le anfore e i calderoni in bronzo, le coppe in bucchero e ceramica etrusco-corinzia, spicca un reperto straordinario: un calderone con i resti di un grappolo d’uva. Le analisi di laboratorio hanno rivelato tracce di un vitigno “antenato” del Sangiovese, testimoniando come le radici della nostra viticoltura affondino nell’Italia centrale già in epoca arcaica.








Un’altra anfora riporta la scritta “Io (sono) di Velχa Felusna”: la prima “etichetta” della storia, simbolo di identità produttiva e orgoglio territoriale. Una sorta di DOC ante litteram, che racconta il legame profondo tra vino, appartenenza e cultura.
Per gli Etruschi, il vino era strumento di relazione tra uomini e dèi. Versato nelle libagioni o condiviso nei banchetti funebri, rappresentava continuità e passaggio, un modo per unire i vivi ai morti.
La mostra esplora questo universo simbolico, rivelando anche un aspetto inedito della società etrusca: nei simposi, le donne sedevano accanto agli uomini, partecipando ai riti conviviali che altrove, in Grecia, erano riservati solo al maschile.
La mostra, visitabile fino al 5 luglio 2026, è realizzata nell’ambito del progetto “TraMusei” promosso dalla Fondazione Lungarotti, con il sostegno della Direzione Generale Biblioteche e Istituti Culturali del Ministero della Cultura. Visitare “Vino, dono degli dèi” significa guardare il vino con occhi nuovi: non solo come prodotto, ma come voce di un territorio e testimone della nostra storia.
Un bicchiere che sa di terra e di tempo, e che continua a raccontare — da 2.600 anni — la più umana delle passioni divine.
Il MUVIT, fondato nel 1974 da Maria Grazia e Giorgio Lungarotti, è stato uno dei primi musei del vino in Europa. Oggi continua a essere un polo di cultura e turismo enologico, dove storia, arte e paesaggio dialogano in un racconto di cinquemila anni di civiltà del vino.


LA MOSTRA
“Vino, dono degli dèi”
Museo del Vino di Torgiano (MUVIT)
Fino al 5 luglio 2026
Orari e informazioni: www.lungarotti.it/musei
Mostra realizzata in collaborazione con la Fondazione Vulci e la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la provincia di Viterbo e l’Etruria Meridionale.
DA NON PERDERE A TORGIANO E DINTORNI
- Tenute Lungarotti – visite guidate in cantina e degustazioni tra i vigneti che hanno fatto la storia del vino umbro.
- Museo dell’Olio (MOO) – per scoprire l’altra grande anima del territorio: l’ulivo.
- Borgo di Torgiano – camminare tra le vie lastricate, le osterie tipiche e i profumi della cucina contadina.
- Perugia e Deruta – a pochi chilometri, arte, ceramiche e botteghe per un itinerario tra gusto e bellezza.


