Pierluigi: l’eccellenza del gusto tra grandi vini, cucina di mare e ospitalità d’autore nel cuore di Roma

A due passi da Campo de’ Fiori, in una delle piazze più affascinanti e riservate della capitale, sorge un’istituzione della ristorazione romana: il ristorante PierluigiNon è solo un ristorante: è una dichiarazione d’amore per la grande cucina italiana di mare, per l’accoglienza autentica e per l’arte di far sentire ogni ospite speciale. Con i suoi piatti iconici, l’atmosfera elegante ma mai ingessata, una carta dei vini imponente e una mixology curata, rappresenta una tappa obbligata per chi cerca l’eccellenza nel cuore di Roma. Non solo una delle tavole di mare più raffinate d’Italia, ma un luogo dove si respira storia, cultura gastronomica e bellezza. A guidarlo oggi è Lorenzo Lisi, che ha raccolto il testimone del padre Roberto e trasformato questa storica insegna in un’esperienza contemporanea di ospitalità totale. Ma per capire cosa rende davvero unico Pierluigi, bisogna partire da lontano.

Una storia che attraversa quasi un secolo

Era il 1938 quando Umberto Pierluigi lasciava Borbona, un borgo in provincia di Rieti, per fondare a Roma un locale che all’inizio si chiamava “Pierluigi er faciolaro”, in onore del piatto di fagioli tipico del suo paese. Negli anni ’70 fu la figlia a rinominare semplicemente Pierluigi il ristorante, dando inizio a una nuova fase. Il salto di qualità arriva negli anni ’80 con Roberto Lisi, che ne intuisce il potenziale e avvia un lungo percorso di ristrutturazione e rilancio. Suo figlio Lorenzo, subentrato nel 2010, ha portato la filosofia del ristorante nell’era moderna, mantenendo però intatta l’anima familiare e l’eccellenza dell’accoglienza. Il ristorante, aperto tutti i giorni, pranzo e cena, si affaccia su Piazza de’ Ricci, incastonato nel cinquecentesco Palazzo Ricci, uno dei pochi palazzi romani con affreschi originali in facciata. Nel 2018, la proprietà ha finanziato il restauro degli affreschi di Polidoro da Caravaggio, ritrovati al Louvre, restituendo ulteriore splendore a questa perla del Rinascimento romano.

Il tempio del vino a Roma: la Cantina Pierluigi, tra storia, raffinatezza e verticali leggendarie; 16.000 bottiglie per ogni desiderio

Il vino è uno dei grandi protagonisti dell’esperienza da Pierluigi. Nascosta tra le volte rinascimentali la cantina di Pierluigi si apre come un mondo a parte. Una Wine Cellar con oltre 1.500 etichette e 16.000 bottiglie selezionate da tutto il mondo, questo scrigno custodisce alcune delle verticali più rare d’Europa ed è diventato, nel tempo, un riferimento assoluto per appassionati, sommelier e collezionisti internazionali. E uno scrigno prezioso, suddiviso in tre aree: una per il servizio e gli eventi privati con focus sui rossi italiani, una dedicata alle verticali e alle eccellenze internazionali, e infine quella con le referenze in carta. Da oltre vent’anni il ristorante partecipa alle aste internazionali a Londra, in Svizzera, in Francia per garantire profondità e annate rare. Dai Bourgogne ai Super Tuscan, dai Barolo alle cuvée di Champagne millesimati, ogni bottiglia è selezionata con cura e raccontata con passione dai sommelier di casa. Alla scoperta della wine cellar:

Dalla Borgogna alla Napa Valley: un atlante enologico da 80 pagine: sfogliare la carta vini di Pierluigi è come fare un giro del mondo in 80 pagine: ogni riga racconta una storia, ogni bottiglia è un viaggio. Dalle verticali mitiche di Château Mouton Rothschild (dal 1970 a oggi) ai Krug Millesimati e ai RD Bollinger (1988–2002), la selezione francese è sontuosa, quasi enciclopedica. Accanto, sfilano i grandi rossi di Bordeaux come Cheval BlancLatour e Margaux, i bianchi di Borgogna firmati Domaine Romanée-ContiLeflaive e i mitici Clos de La Roche Domaine Leroy e Gevrey Chambertin Armand Rousseau.

L’Italia trova degna celebrazione con un’attenzione particolare a Toscana e Piemonte: la cantina ospita verticali di Brunello di Montalcino Riserva Biondi-Santi dal 1961 al 2012, oltre a millesimi storici di SassicaiaOrnellaiaSolaiaTignanello e Gaja. Tra i bianchi spiccano il Trebbiano Valentini e il preziosissimo Rarità di Cantina Terlano, vini che ogni sommelier sogna di raccontare almeno una volta nella vita.

La selezione internazionale si completa con eccellenze della Mosella come Urziger Würzgarten di Dr. Loosen e Scharzhofberger Auslese di Egon Müller, con il Penfolds Grange australiano, l’iconico Opus One dalla California, e le grandi etichette spagnole come Vega SiciliaL’Ermita di Álvaro Palacios e Dominio de Pingus.

Coravin il lusso del servizio al calice: una delle chicche più apprezzate dagli intenditori è l’uso del Coravin, lo strumento che permette di degustare vini di pregio al calice senza aprire la bottiglia, mantenendo intatta la qualità anche per settimane. La selezione comprende oltre 20 referenze pregiate, tra cui annate storiche di Bordeaux, Champagne e Super Tuscan: un’opportunità imperdibile per esplorare etichette rare anche in momenti informali.

Distillati e sigari: per chi desidera chiudere la serata in bellezza, la carta dei distillati è un’altra dichiarazione d’intenti. Cognac e Armagnac rari, whisky e rum da collezione, grappe artigianali, distillati d’uva e sakè di altissimo profilo completano l’esperienza. Alcune selezioni possono essere abbinate ai sigari messi a disposizione per gli ospiti che desiderano indugiare, nel dopocena, tra aromi intensi e conversazioni lente.

La cucina: mare, territorio e contemporaneità

Il cuore pulsante di Pierluigi è la sua proposta gastronomica, orchestrata dallo chef Fabrizio Gagliardi, classe 1989, casertano, con esperienze stellate al Mandarin Oriental di Milano e a La Posta Vecchia. La sua è una cucina autentica, concreta, che mette al centro il prodotto, valorizzandolo con tecnica e rispetto. L’80% del menu è dedicato al mare. Pesci e crostacei freschissimi arrivano ogni mattina dai mercati ittici italiani, da Gallipoli a Mazara del Vallo. La celebre “mostra del pesce” all’ingresso non è solo spettacolo: è il punto di partenza per creazioni su misura. Da un gambero rosso possono nascere tre piatti diversi: crudo con un filo d’olio evo, scottato con verdure di stagione, oppure protagonista di uno spaghetto espresso.

Nel menu di Pierluigi, ogni piatto è un racconto che inizia con un sussurro salmastro e si sviluppa tra suggestioni cromatiche e trame aromatiche. L’ouverture spetta ai plateau, carpacci e tartare, celebrazione della purezza marina. Le ostriche francesi “Fin de Roncè” David Hervé arrivano in tavola come piccoli gioielli grezzi, aperti con rispetto e serviti al naturale, lasciando che sia il mare stesso a parlare. Seguono armonie delicate come il carpaccio di capesante con limone, anguria al Biancosanti e asparagi, dove la dolcezza del frutto incontra l’acidità agrumata in una danza elegante e leggera. E ancora, la tartare di ricciola si veste di mediterraneo grazie a un gazpacho di melone, cetriolo e mandorla: fresca, brillante, sorprendente.

Gli antipasti sono un inno alla creatività senza eccessi, come gli scampi al forno, serviti con pane profumato alle erbe, che abbracciano la semplicità in una croccantezza sapida. La tagliatella di calamari incontra l’anima romana con un gazpacho all’Amatriciana, giocando tra mare e memoria. I fiori di zucca in pastella, ripieni di mozzarella e alici del Cantabrico, portano invece in scena un equilibrio perfetto tra delicatezza e personalità.

primi piatti sono il cuore pulsante della cucina, sontuosi e vibranti. I tagliolini all’aragosta con datterino e basilico sprigionano un sapore solare, raffinato e persistente. Il risotto impepato con cozze, pecorino e pomodoro è un abbraccio sapido e umami che unisce mare e montagna con tecnica impeccabile. Gli scialatielli ai frutti di marefanno esplodere il gusto in ogni forchettata, tra consistenze e note iodate.

Nei secondi di pesce, l’eleganza è affidata alla materia prima: l’orata alla griglia, da personalizzare in base ai propri desideri, esalta la semplicità più pura. L’astice del Maine, servito al peso, è una proposta d’élite che non ha bisogno di ornamenti. Infine, il gambero rosso in tempura con maionese al rafano conquista con il suo contrasto tra dolcezza marina, croccantezza leggera e un finale piccante.

Tra le carni e i piatti signature, spicca l’opulenza dello Chateaubriand, servito con terrina di patata all’aceto balsamico: pensato per due, è un piatto dalla regia teatrale. Il tonno croccante mi-cuit, accompagnato da zucchine alla scapece e provola affumicata, è un capolavoro di contaminazione: delicato, ma ricco di sfumature mediterranee e orientali.

Non mancano le creazioni vegetali, veri protagonisti del gusto. La parmigiana di melanzana è una carezza classica resa leggera e moderna. La tartare di anguria affumicata, accompagnata da salsa bernese, è un gesto audace e contemporaneo, mentre l’orto d’estate – con fiori di zucca, mandorle tostate e dressing al lampone – incanta per colore, forma e freschezza.

Infine, i dessert chiudono il sipario con dolcezza e scenografia. La Setteveli, servita con salsa ai frutti di bosco e gelato alla vaniglia, è un’esperienza tattile e golosa. Il lingotto croccante al pistacchio, inebriato da una salsa al Grand Marnier, è puro lusso al cucchiaio. E per i puristi, il tiramisù casalingo rappresenta la coccola definitiva, quella che sa di casa ma veste da gala.

La sala: servizio su misura e atmosfera cosmopolita

Accanto alla cucina, il servizio è l’altro pilastro di PierluigiAlessandro Tibaldo, entrato in sala nel 2008 e oggi direttore del ristorante. In sala, nulla è lasciato al caso. La squadra, composta da oltre 20 professionisti tra maître, sommelier, bartender e addetti all’accoglienza, lavora con un solo obiettivo: offrire un’esperienza personalizzata, dove ogni dettaglio è pensato per far sentire l’ospite al centro, una clientela internazionale e trasversale: dalle star hollywoodiane e capi di stato al jet setter di passaggio, fino agli habitué romani, che da anni ne fanno una tappa imprescindibile, che desiderano semplicemente gustarsi uno spaghetto con le vongole. L’atmosfera è quella di una grande casa di gusto, tra legni caldi, dettagli raffinati e la suggestione della piazza rinascimentale illuminata la sera.

Il bar: tra mixology classica e cocktail d’autore

Il bancone bar, guidato dal bar manager Pierandrea Consiglio, è operativo sia a pranzo che a cena. La drink list spazia dai grandi classici – Negroni, Martini, Old Fashioned – fino a cocktail signature come il Pierluigi Champagne Cocktail, tributo al French 75, o il Montlevar 95, interpretazione del Boulevardier. Anche qui la parola d’ordine è qualità, con distillati selezionati e prodotti di nicchia serviti in anteprima.

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